Sunday, 17 May 2015

LA MIA CRITICATA IRONIA

La mia ironia è un’affermazione con la quale si vuole intendere il contrario di quanto letteralmente espresso. La si usa nella comunicazione per scherzo, per denuncia, per testimoniare una seppur temporanea situazione di difficoltà. Molte volte, serve a rompere il ghiaccio in momenti di tensione, di imbarazzo, di novità e crea un clima più cordiale, rilassato, aiuta la comunicazione e crea intesa. Ma è fondamentale utilizzare l’ironia con chi è in grado di comprenderla, altrimenti perde di significato.
E’ bene che il fruitore della battuta la accetti, la gradisca e ne tragga piacere, altrimenti, se impiegata con chi non la comprende, non l’apprezza o in contesti non adeguati, può produrre fraintendimento o imbarazzo. Le persone molto semplici e i bambini non sono sempre in grado di cogliere il doppio senso della frase e di conseguenza il suo uso risulta, spesso, inappropriato. Anche Socrate utilizzava l’ironia, si fingeva ignorante con i suoi interlocutori al fine di costringerli ad approfondire l’argomento trattato e a scoprire da soli le risposte oltre che la loro stessa ignoranza.
Oggi l’ironia viene utilizzata per sdrammatizzare, divertire o anche far ridere di se stessi. L’autoironia permette a chi la usa di scherzare su di un proprio difetto o su di un evento non sempre positivo, di cui è o è stato protagonista, facendo divertire gli altri e permettendo a se stesso di distanziarsi dalla situazione e vederla con maggiore obiettività.
L’ironia non svolge più una funzione positiva quando diviene sarcasmo, ossia un’affermazione sprezzante, irrisoria e amara fatta con l’intenzione di ferire l’altro, denigrarlo, offenderlo. Il confine tra i due è sottile ma la finalità e l’esito sono completamente differenti. I due termini spesso sono utilizzati come sinonimi: ma nell’ironia non c’è l’intenzione di fare a pezzi l’altro, vi può anche essere dell’aggressività ma non vi è cattiveria. Sebbene a tutti ogni tanto scappi una frase sarcastica, in genere coloro che ne fanno largo uso sono individui con tendenza depressiva e con autostima debole che reagiscono con rabbia ogni volta che ritengono di essere stati feriti o denigrati ingiustamente.
L’ironia è una presa in giro indiretta e celata, bonaria e divertente, accettata dalla società e molto gradita in determinati contesti. Facendone uso si arricchisce la comunicazione, dando la possibilità al soggetto che la riceve, di rispondere o di rilanciare. Con il sarcasmo si tronca intenzionalmente la comunicazione che, suo malgrado, muore sotto i colpi del rancore e dell’astio. In genere, chi è bersaglio di sarcasmo, rimane ammutolito e pugnalato dalla battuta, ma soprattutto dall’attacco frontale e mortificante che lascia ben intravedere la sottostante cattiveria. Per questo è meno tollerato dalla comunità.
Sebbene sia il sarcasmo che l’ironia esprimano una critica, essi si distinguono nell’intenzione, denigratoria di uno e giocosa dell’altra e nell’emozione che li genera. Mentre l’ironico vuole sdrammatizzare e ridicolizzare ma senza ferire o mortificare, il sarcastico, invece, ha proprio l’intenzione di disprezzare l’altro e di annientarlo, guidato dall’astio che prova. Molti sarcastici non sanno di esserlo, si definiscono ironici, forse perché non sentono o non sono in grado di sentire quali sentimenti li portano a fare determinate battute; però la reazione degli altri dovrebbe, col tempo, condurli a comprendere che ferire e annientare un’altra persona, spinti dalla propria sterile aggressività, alla lunga non paga.

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